Giornale MONREGALESE

 

All’inizio di Febbraio dello scorso anno,a Positano,nota località della costiera sorrentina,veniva
commemorato un evento che aveva coinvolto anche la “gente di terra”.
Molte le memorie tramandate da padre in figlio,essendo rimasti ormai uno o due  testimoni diretti
della tragedia,il cui ricordo è ancora dolorosamente vivo nella loro memoria.
Cosa commemoravano ?
L’affondamento di due navi : il Salemi e il Valsavoia avvenuto 66 anni prima,più precisamente
nelle prime ore del pomeriggio,verso le 14.50 del 2 Febbraio 1943.
Il Salemi era un vecchio piroscafo del 1912,catturato dopo la resa francese nel porto di Marsiglia
e ceduto all’Italia nel Dicembre del 42.
Il Salemi (ex Pontet-Canet) venne dato in gestione alla Soc.Coop di Navigazione Garibaldi con
sede in Genova,ma non fu mai requisito dalla R.Marina a differenza del Valsavoia di 5733 tsl
(ex Rosolino Orlando) di proprietà della INSA di Genova,che era stata requisita a più riprese.
Dunque,quel pomeriggio del 2 Febbraio 43,le navi procedevano in linea di fila alla volta di
Messina dopo aver lasciato il porto di Napoli cariche di cerali,cemento,paglia,fieno e documenti
segreti destinati a Marisicilia.
A circa 9 miglia a ponente dell’isola di Capri,il sommergibile di Sua Maestà britannica,
l’HMS Safari al comando di  Ben Briant che già s’era reso protagonista di un tentato attacco  nelle acque del golfo di Napoli pochi giorni prima,era in agguato e con i tubi lancia siluri carichi.
Avvistate le due navi al periscopio lanciò immediatamente tre siluri,di cui  uno centrò
il Valsavoia che sbandò immediatamente,un altro siluro fu evitato di misura dal Salemi
mentre il terzo siluro andò a perdersi in costa,schiantandosi contro due scogli che la gente
del posto chiamava “Madre e Figlio” ,letteralmente distrutti dall’esplosione.
Presa l’emersione,il Safari armò il cannone in coperta,tempestando di colpi sia il povero
Valsavoia,per finirlo, sia il Salemi che centrato più volte scomparve velocemente fra i flutti.
Dalla spiaggia Grande di Positano,tutta la tragedia ebbe testimoni fra un gruppo di pescatori
intenti ai loro classici lavori di manutenzione e riparazione delle barche e delle reti.
L’azione e i relativi affondamenti furono letteralmente fulminei concedendo quindi il tempo
ai pescatori di uscire prontamente in soccorso con le loro barche,nonostante le ultime cannonate  sparate dal  Safari che subito dopo s’immergeva.
L’immediata opera di soccorso delle barche sorrentine contribuì in misura decisiva a limitare
perdite umane.
Non ci si può non interrogare sul motivo per cui i due mercantili non fossero scortati da unità militari,ben sapendo,le autorità, che soltanto una settimana prima era stata rilevata la presenza di una unità nemica.
“Partirete da Napoli alle ore 11.00 del 2 corrente uscendo dal passo delle ostruzioni di levante
nell’ordine seguente: 1°) P.fo Valsavoia 2°) P.fo Salemi e navigando sulle rotte di sicurezza
vi porterete al punto B di coordinate: lat.40° 32’ long.14° 19’. Da detto punto seguirete le rotte che vi consegniamo in allegato (in busta chiusa da aprirsi fuori del porto). Quando condizioni di tempo e visibilità lo consentano seguirete rotte radenti costiere entro le 3 miglia dalla costa eccetto nel tratto Capo Vaticano - Capo Peloro nel quale dovranno essere seguite strettamente le rotte del traffico costiero. Navigherete alla velocità di nodi 7.5”

Questi erano gli ordini consegnati ai comandi delle due navi e tutto fa pensare che siano stati intercettati da ULTRA e prontamente comunicati al Safari.
Al comando del Salemi v’era il Capitano di LC Giuseppe Giovanni Volpe,classe 1898,nato
in Argentina ma residente a Garessio (CN) e scomparso in mare con la sua nave quell’infausto
2 Febbraio 1943.

Clc Guglielmo Lepre
Gruppo T.Prato Anmi-Mondovì

Bibliografia

    • PER NON DIMENTICARE di S.Marchisio Gruppo T.Prato Anmi-Mondovì
    • USMM Navi Mercantili perdute
    • Cronache Sorrentine

Grupsom - Sommergibili Mediterranei