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Guglielmo Lepre

(nick GRUPSOM - C.te ETNA)

Presenta

 

 

 

Alla morte dell’imperatore TAISHO,suo figlio HIROHITO,già reggente, ne prese il posto ,ereditando un paese ben lungi dall’essere una potenza di rango mondiale. Il Giappone risentiva ancora degli effetti di quella società feudale che il vecchio imperatore MEIJI,nonno di Hirohito, aveva contrastato e cercato di migliorare con un certo successo.
Prima di Meiji,autore della restaurazione imperiale,il paese era un continuo campo di battaglia su cui Shogun,Samurai e “baronetti” locali ,si contendevano primato e terre. Ognuno di essi disponeva localmente di piccole formazioni di guerrieri che a seconda delle alleanze,era tenuto a mettere a disposizione del suo signore.

Meiji

 

Un paese chiuso completamente verso l’estero e ogni tentativo di far breccia in questa chiusura era destinato al fallimento dacchè gli stranieri non erano accettati o malvisti,talvolta mettendo a rischio la propria incolumità.
Dunque Hirohito ereditò un paese in cui, nonostante l’ammodernamento e le aperture commerciali sopravviveva il Bushido (codice d’onore degli antichi Samurai) e l’usanza del Seppuku (Harakiri) , destinato a scomparire poi nel dopoguerra. Il Giappone era (ed è) anche la patria dei terremoti e nel 1923 subì quello che sarebbe passato alla storia come il Daishai (grande terremoto) del Kanto (regione di appartenenza di Tokyo e Nagoya) con epicentro in mare a circa 80 chilometri a sud di Tokyo. Il terremoto,seguito dall’immancabile tsunami , provocò danni incalcolabili,come mai fino ad allora : 200mila morti circa e 340mila case distrutte o trascinate in mare , navi scaraventate sulla terra o messe in serio pericolo anche al largo (il P/fo italiano Venezia,dopo seri danni,riuscì a farcela ma per mero miracolo) .
La presenza costante di Hirohito fra la sua gente servì a ridare fiducia e a riportare un clima più sereno e necessario per la ricostruzione . Solo dopo 3 anni circa,vi fu un parziale ritorno alla normalità consentendo a Hirohito di dedicarsi ad un altro problema,quello di garantire discendenza al proprio casato : dopo essere scampato ad un attentato di matrice anarchica , il 26 Gennaio 1924 convolò a nozze con la Principessa Nagako , dopo un fidanzamento che durava da 6 anni.
Due anni più tardi,il 25 Dicembre 1926,Taisho,il vecchio imperatore ,rese l’anima al cielo contemporaneamente alla nascita della prima figlia della novella coppia reale.
Hirohito,divenuto imperatore a tutti gli effetti, proclamò il suo regno : SHOWA ,pace radiosa .

HIROHITO

Ma tutto fu ,tranne che pace radiosa ,e le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki posero il sigillo finale su una pace tanto sospirata e mai realizzata . Il Giappone era una società fortemente militarista da sempre e le illusioni di Hirohito erano destinate a cadere ancor prima del conflitto che vide il paese opporsi strenuamente all’immenso potere economico e militare degli Stati Uniti d’America.
Il Giappone non aveva risorse naturali tali da poterlo affrancare seppur parzialmente da una politica economica massivamente centrata sull’importazione di materie prime e per giunta era penalizzato dal costante fenomeno dei terremoti che assorbiva ingenti risorse per finanziare le ricostruzioni ancorchè ,in larga parte del paese,sopravvivessero abitazioni in legno . Altro fenomeno che in misura altrettanto drammatica fustigava il Giappone,era quello dei tifoni (dal cinese tai-fun…..grande vento) che periodicamente si abbatteva sulle coste lasciando scie di distruzioni e vittime.
Il 24 settembre 1927,uno dei peggiori tifoni della storia,spianò interi paesi e tratti di costa,distruggendo circa una trentina di navi grandi e provocando almeno 10mila vittime. Altri tifoni di portata micidiale si abbatterono anni dopo anche su Osaka,Kobe e Kioto : il conto fu salato oltremodo con un saldo di 20mila morti,13mila feriti ,34mila case rase al suolo, 50 navi mercantili affondate e , a seguire , 30 unità militari inghiottite dal mare.
Fra queste catastrofi e l’economia in pieno affanno (grazie anche allo strangolamento americano che mirava a sottrarre al Giappone le fonti di risorse naturali che mancavano al paese) il 26 febbraio 1936 , un reggimento di fanteria,armato di tutto punto,si ammutinò dirigendosi verso il centro di Tokyo ammantato di neve,per catturare e liquidare quei personaggi politici ,imprenditoriali e militari,che a loro giudizio ,erano causa dei malanni della nazione.
La Ni-ni-roku-jiken (la rivolta militare) aveva radici profonde , non ultimo il divieto da parte degli Stati Uniti di accettare immigrati dal paese del Sol Levante,ritenuto profondamente lesivo dell’orgoglio nipponico,nonché la notevole riduzione degli armamenti imposta dalla conferenza navale di Washington (ancora una volta il cinismo e la spregiudicatezza americana ,dava il meglio di sé ) furono come benzina gettata sul fuoco per le numerose società segrete e i nemici delle democrazie europee e americana . I due capi della rivolta,gli ufficiali Nonaka e Ando,per garantirsi un minimo di consenso popolare avevano provveduto a distribuire alla popolazione un manifesto in cui erano state dettagliate le motivazioni del pronunciamento e procedettero senza esitazione all’eliminazione fisica dei presunti colpevoli concedendosi molte azioni di inaudita ferocia . Per inciso,la rivalità fra Esercito e Marina,era già notevolmente accesa e vibrante : gli effetti devastanti di questa rivalità si sarebbero manifestati apertamente quanto prima .

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Guglielmo Lepre (Etna)

Grupsom - Sommergibili Mediterranei