Regi Sommergibile GIACINTO PULLINO

 

 

 

Fu varato il 21 luglio 1913 con il nome del celebre ingegnere e costruttore navale piemontese che fu autore tra l'altro, dei piani di costruzione del nostro primo battello.
Nel dicembre dello stesso anno venne consegnato alla Regia Marina; poi al comando del TV Alberto Bonini effettuò l’addestramento iniziale a La Spezia, passando quindi in forza alla III° Squadriglia Sommergibili con base a Taranto.
Allo scoppio della guerra transitò alla II° Squadriglia Venezia dove venne impiegato in missioni offensive nelle acque antistanti le basi austriache nell’Alto Adriatico.
Nel primo anno di conflitto l’unità portò a termine 15 missioni offensive e nel 1916, con il C.te Carlo De Donato e poi con il TV Ubaldo Degli Uberti, altre 16; tra queste la più rilevante fu quella compiuta nei giorni dal 3 al 6 luglio 1916, quando l’unità, il giorno 4 luglio, silurò i piroscafi austriaci S. Marco e Nesazzio. Il primo fu irreparabilmente danneggiato a causa della asportazione dell’elica, mentre il siluro diretto sul secondo piroscafo passò sotto lo scafo senza esplodere.
A bordo aveva trovato imbarco, con l’incarico di pilota Nazario Sauro e questa fu la prima missione a cui partecipò con questa unità. (l’eroe istriano era ufficiale volontario nella Marina Italiana ed dall’inizio del conflitto era già stato imbarcato su altre unità, di superficie e sommergibili, dove aveva già portato a compimento, più di sessanta missioni in quattordici mesi)
Pullino partì per la sua trentaduesima missione la notte del 29 luglio 1916: l’obiettivo era il siluramento di alcuni piroscafi ancorati nel porto di Fiume.
Il comandante aveva deciso di imboccare il Quarnaro passando tra l’Isolotto della Galiola ed Unie, essendo quella la rotta sulla quale difficilmente si sarebbero potuti fare dei cattivi incontri. In base ai calcoli ed alle previsioni della stima, il sommergibile avrebbe dovuto trovarsi nel passaggio verso la mezzanotte. Ma il C.te era un po’ inquieto: egli conosceva l’insidia delle correnti che sulle coste dell’Istria e della Dalmazia hanno andamento e velocità tali su cui non è possibile fare assegnamento perché continuamente variabili e sapeva che non era facile imboccare in una notte senza luna e senza l’aiuto di un faro o di una qualsiasi fonte di luce, un canale stretto e limitato da un lato da un’isola bassa, piatta e pochissimo visibile….
A peggiorare la situazione al tramonto del giorno 30 si levò una fitta nebbia, che unita ad improvvisi piovaschi, riduceva la visibilità a pochi metri; a bordo del sommergibile la vigilanza si fece più intensa. Un marinaio fu messo di vedetta all’estrema prora, ma non si riuscì in alcun modo ad avvistare terra.
A mezzanotte e venticinque avvenne lo schianto: Pullino era andato ad incagliare sulla Galiola.

L’equipaggio non si perse d’animo e cercò con ogni mezzo di liberare il battello ma ogni sforzo fu vano e le prime luce dell’alba si portarono via anche l’ultima speranza. Il Comandante diede ordine di distruggere i documenti e rendere inutilizzabili tutte le apparecchiature di bordo, in modo da rendere inservibile la nave. Poi a nuoto un marinaio raggiunse la costa non lontana dove riuscì a procurarsi un battellino. Con questa imbarcazione l’ufficiale in seconda ed alcuni membri dell’equipaggio si recarono a terra dove si impadronirono con la forza di una grossa barca che era stata tirata in secco sulla spiaggia. Essi effettuarono un ultimo esame della situazione; e poiché ogni ulteriore tentativo di liberare il sommergibile apparve inutile , venne deciso di abbandonarlo e tentare di sottrarsi alla cattura servendosi della barca presa ai guardiani del faro.
Fu a questo punto che Nazario Sauro, ben conscio della sua posizione e per non mettere ulteriormente in pericolo i compagni, volle allontanarsi da solo su di un battellino. Invano il Comandante tentò di dissuaderlo, ma egli fu irremovibile: alle h.5.15, solo con pochi viveri ed una sola arma, lasciò il sommergibile e si diresse vogando verso sud e verso il suo destino…….

Frattanto, gli austroungarici, informati dell’incidente, avevano mandato sul posto alcune siluranti che dopo breve ricerca, riuscirono a ritrovare il battello incagliato ed a catturare l’equipaggio; poi i mezzi della marina nemica riuscirono a disincagliare il battello poi lo presero a rimorchio per trainarlo a Pola. Ma durante il trasferimento, all’altezza di Capo Promontore, Pullino affondò…….
Gli italiani riuscirono a recuperare il battello nel 1929, che venne demolito da una ditta privata l’anno successivo.

fonti bibliografiche e fotografiche:
“Sommergibili italiani” – di A. Turrini/O.Mozzi – USMM
“Rapidi ed invisibili” – a cura di A. Marzo Magno – Il Saggiatore)

Associazione Marinara “Aldebaran”

Trieste

LA TRAVAGLIATA FINE

DEL SOMMERGIBILE «PULLINO»

1916 – 1931

Ricerca eseguita dal Sig.Aldo Cherini

Pullino - Pdf

Pullino - Zip

 

Sommergibili I° Guerra Mondiale

Grupsom - Sommergibili Mediterranei