Regi Sommergibile Tascabili

Classe "A" - A1-A3-A4-A6

A1

A3

A4

A6

A6

 

Già nel 1912/13 vennero realizzati dal Regio Arsenale di Venezia due piccoli sommergibili monoposto, destinati alla vigilanza foranea di quella base; denominati Alfa e Beta, erano lunghi 6,03 m., con una velocità di superficie di circa 8 knt e propulsi da un motore elettrico alimentato a batteria. Non erano armati e vennero radiati nel 1915/16 senza essere neppure entrati a far parte ufficialmente dei quadri del Regio Naviglio.
Fu da questo prototipo che derivarono i “minisommergibili” classe A, costruiti nel 1915 su progetto del generale GN Edgardo Ferretti, con lo scopo di adibirli alla vigilanza foranea di alcuni porti adriatici. Le loro dimensioni erano talmente minuscole che per il loro trasporto fino alle sedi di impiego fu sufficiente adattare alcuni carri ferroviari.
Il loro scafo era fusiforme, a sezione circolare con ossature interne costituite da verghe angolate, con doppi fondi ricavati all’interno dello scafo stesso, così come le casse di compenso.
Il loro apparato di propulsione era esclusivamente elettrico e l’autonomia risultò pertanto molto limitata: le prime esperienze belliche ne misero subito in evidenza l’inadeguatezza.

Il periscopio non era rientrabile: tutte le apparecchiature di governo e di manovra erano a mano, ad eccezione di una turbo pompa per il servizio di esaurimento.

A1 differiva dagli altri nei particolari delle sistemazioni accessorie, perché essendo un prototipo fu oggetto di speciali adattamenti: le altre unità erano invece identiche fra loro.
I battelli avrebbero dovuto essere dislocati a Brindisi e Valona, per mantenere agguati ravvicinati all’entrata di quelle basi, però avevano scarsa autonomia e la distanza da percorrere per portarsi nelle zone di agguato era per essi troppo lunga, quindi fu necessario provvedere per loro altre dislocazioni.
Così A1 rimase a La Spezia, dove fu adibito all’addestramento degli equipaggi per unità similari; A2 e A4 furono inviati a Bari per ferrovia mentre A3, A5 ed A6 vennero inviati a Venezia per la difesa ravvicinata del porto.
Il comando del Dipartimento di Venezia, esaminò anche la possibilità di distaccare i sottomarini a Grado per eventuali azioni nel Golfo di Panzano, ma dovette rinunciare al progetto a causa di lavori ancora non ultimati in quel porto; vennero quindi inviati nell’aprile del 1917 ad Ancona come unità rimorchio per cacciatorpediniere.
All’inizio del 1917 A2 e A4 furono posti in temporaneo disarmo sostituiti dai nuovi B1 e B2 appena costruiti e nel novembre furono inviate ad Ancona dove già si trovavano le altre unità operative.
L’attività bellica di questi battelli, non registrò nessun avvenimento degno di menzione e cessò definitivamente a fine gennaio 1918, quando tutte le unità vennero inviate a Venezia per essere disarmate.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Dislocamento:
in superficie 31 t.
in immersione 37 t.

Dimensioni
Lunghezza 13.5 m.
Larghezza 2.2 m.

Apparato motore:
1 motore elettrico di propulsione
1 batteria di accumulatori al piombo

Potenza complessiva
40/60 hp.

Velocità massima:
in superficie 6.8 knt.
In immersione 5 knt.

Autonomia:
12 nm. a 6 knt.
8,5 nm. a 4 knt.

Armamento:
2 lanciasiluri a gabbia esterni da 450 mm.
2 siluri da 150 mm.

Equipaggio:
1 ufficiale, 3 tra sottufficiali e marinai

Profondità di collaudo:
50 m.

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