NICOLO' GARAVENTA

La prima e (forse più famosa) delle navi scuola italiane prende il nome da Nicolò Garaventa, nato a Genova, dove visse dal 1848 al 1917. Discendente da una nota famiglia di filantropi ed insegnate di matematica, fu sempre impegnato nel sociale, soprattutto a favore dell’infanzia e della gioventù abbandonata.


La sua bella avventura iniziò un giorno in cui stava parlando in strada con alcune persone, quando gli si avvicinò un monello veneto chiedendo l'elemosina e raccontando loro una storia familiare dolorosissima. Nicolò, impietosito dalle condizioni del ragazzo, iniziò a desiderare di poter fare qualcosa per i tanti ragazzi che incontrava quotidianamente nelle strade genovesi in situazioni critiche, purtroppo ignorati dalla legislazione statale dell'epoca e molte volte sfruttati dalla delinquenza o persino dagli stessi genitori; decise di lavorare fattivamente per dare loro un aiuto concreto e risolutivo, avvalendosi anche della sua esperienza di docente.
Dopo aver abbandonato l'insegnamento, si mise all'opera per realizzare il suo intento: il periodo storico non era certo favorevole, ma con tanta buona volontà, ed andando a bussare a tutte le porte che potevano fornirgli aiuto, riuscirà alla fine a concretizzare il suo progetto educativo e sociale.
Un giorno Garaventa, radunò alcuni ragazzi di strada ("batosi”,come venivano chiamati) e li condusse alla "spianata dell'Acquasola", uno degli attuali giardini pubblici di Genova, dove, parlando loro in dialetto (che poi era l’unica lingua che questi ragazzi capivano) promise di aiutarli a cambiare la loro vita, a patto che si fossero iscritti e frequentassero la scuola che lui intendeva fondare.
Molti di loro aderirono alla sua proposta, e Nicolò realizzò così il primo luogo operativo di recupero: poco più di una capanna costruita con semplici assi di legno e posta nella stessa spianata dell'Aquasola, dove i primi "garaventini", con molto impegno ed entusiasmo, si dedicavano ad apprendere i primi rudimenti di un mestiere.

Il 1 dicembre 1883 nasceva così la "Scuola Officina per Discoli" dedicata ai ragazzi emarginati: figli di famiglie poverissime, di detenuti o prostitute, spesso orfani o abbandonati, tutti di età inferiore ai 16 anni.

Nel 1892, i giovani recuperati socialmente e reinseriti attivamente nella società si contavano già in più di centottanta, e nell’anno successivo, per rendere ancora più funzionale la sua opera educativa Nicolò pensò di trasferire la scuola a bordo di una imbarcazione, facendo vivere i ragazzi come dei veri marinai ed insegnando loro prima a leggere e scrivere, proseguendo poi con i rudimenti della cultura generale e marinara. Quindi a seconda della predisposizione individuale, si passava ad ulteriori specificità, ed i ragazzi venivano indirizzati alle sezioni di specializzazione come: "allievi macchinisti" o "mozzi".
Per realizzare questa sua nuova idea, Nicolò, dopo aver visto in porto un'imbarcazione militare in disuso si adoperò presso le varie istituzioni tanto che, dopo varie richieste, la Marina Militare Italiana, nel 1893 gli assegnerà il vecchio pontone brigantino “Daino”.
....Il brigantino "Daino" prima della trasformazione

Questo era un vascello proveniente dalla Marina Sarda che aveva partecipato alla campagna navale del 1848 contro l'Austria, al comando dell’allora giovane TV Carlo Pellion di Persano, il futuro ammiraglio, divenuto tristemente famoso una ventina d’anni più tardi…..
Una volta ottenuta la nave, Garaventa la adatterà per poter ospitare così i suoi ragazzi, trasformandola in nave scuola, e ribattezzandola con il nome di "Redenzione".

1883 - la prima nave-scuola

Il nome completo del progetto sarà poi "Nave officina Redenzione Garaventa".
La nave resterà ancorata all'interno del porto di Genova, alla punta del molo Giano, sino al 1904 quando,ormai in pessime condizioni sarà sostituita dalla cannoniera “Sebastiano Veniero", di 52 metri di lunghezza, che prima del disarmo aveva al suo attivo un lungo ed onorato servizio nei porti oltre oceano.

Alla morte di Garaventa, la direzione della scuola passò ai figli, Domingo e Giovanni, già collaboratori del padre, che portarono avanti la tradizione fino al 9 febbraio del 1941 quando, in seguito al bombardamento navale di Genova, lo scafo affondò e gli allievi vennero ospitati presso i collegi della città fino alla fine del conflitto.
Nel dopoguerra, grazie all'opera di un apposito comitato di ricostruzione, la Marina militare concesse l'ex posamine Crotone cosicché già nel 1951 la nave potrà riprendere la sua attività, sotto il comando di Carlo Peirano, già vice-comandante del 1939 ed erede spirituale del comandante Domingo Garaventa, figlio del fondatore, deceduto nel 1943.


Dopo essere stata dichiarata ente morale nel 1959, l'istituzione proseguì con questa nave l'attività fino al 1975 per essere poi definitivamente chiusa, dopo un breve commissariamento, due anni dopo.
Tutto il personale educativo ed i ragazzi che erano ancora alloggiati sulla nave furono inseriti in varie comunità-alloggio e case-famiglia organizzate e seguite da gruppi di volontariato.

....alcune scene di vita a bordo....


Si calcola che durante la sua lunghissima attività, durata ininterrottamente dal 1883 al 1977 questa nave abbia ospitato ed educato più di dodicimila ragazzi. Molti di loro aderiscono oggi ad un'associazione di ex allievi patrocinata dall'amministrazione provinciale di Genova e della quale fanno parte tra gli altri anche Emilia Garaventa, nipote del fondatore. (una curiosità: cappellano della nave è stato a suo tempo anche il giovane don Andrea Gallo, oggi noto sacerdote contro-corrente impegnato nel settore del volontariato e responsabile di una comunità di recupero per tossicodipendenti)

I Garaventini vivevano come veri marinai. Dall'alza bandiera, eseguita ogni giorno con musica e picchetto, alla ammaina bandiera: giornate di lavoro e di studio sotto una disciplina ferrea. Musica, pittura, pesca e voga erano le attività del tempo libero.
E fu proprio nel cuore del porto di Genova che ragazzi difficili o abbandonati tra i 10 ed i 17 anni, a bordo di una vecchia nave trovarono la loro casa, nonché la possibilità di imparare un lavoro che desse loro la sicurezza di un futuro e di una vita onesta e tranquilla.

I "Garaventini" in visita a Mondovì nell'agosto 1967...


(fonti bibliografiche e fotografiche:
Bargoni/Gay “Navi a vela e miste italiane” – USMM
Archivio fotografico Gruppo ANMI “Tino Prato” – Mondovì
“La nave –scuola Garaventa” – pubblicazione a cura della Fondazione
www.giustizia.itnewsonlinegafoto.htm
www.vegiazena.it

 

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