Guglielmo Lepre

(nick GRUPSOM - C.te ETNA)

Per una migliore Lettura si consiglia una risoluzione

da 1440 x 900 in avanti

Presenta


LA MARINA MERCANTILE GIAPPONESE
IN GUERRA

di CLC Guglielmo LEPRE "Etna"

Gli stessi comandanti di sommergibili privilegiavano obiettivi militari piuttosto che navi mercantili finendo poi ,quando la marea alleata cominciò a rimontare , a fare da vettori di rifornimento alle basi avanzate residue . A tale compito,anche altre unità furono destinate per sopperire alle urgenze , e fra queste perfino la supercorazzata Yamato ,ritenuta a torto
inaffondabile , come gli americani dimostrarono in seguito.
La campagna dell'arcipelago delle Salomone ,fra cui la aspra lotta per il possesso di Guadalcanal, mise a dura prova la logistica nipponica fino a rivelarne limiti e deficienze :
essa verrà successivamente definita la  " guerra dei trasporti " sancendo l'irreversibile incapacità organizzativa giapponese nel settore dei trasporti marittimi.
Fra le varie motivazioni e cause,non ultima ,la penuria di unità piccole,tipo zattere o chiatte,da adibire allo sbarco di mezzi e materiali .
Per ribadire il concetto precedentemente espresso,giova ricordare anche quanto scritto
da E.S. Miller nel suo "The US Strategy to defeat Japan ,1897-1945 " - (Naval Inst.Press) :

"La distruzione del naviglio giapponese da parte delle forze americane,fu una delle principali cause della devastante sconfitta finale del Giappone oltre alla peculiare etica militare facente capo a quella dei Samurai . Fu anche quest'ultima considerazione a consentire alle forze armate statunitensi di penetrare ed interrompere le  arterie del vitale sistema di trasporto via mare ".

Altra nota dolente,fu l'esiguità di unità agili e veloci come le PT Boats americane,che furono al contrario adoperate proficuamente e con successo sia in funzione di pattugliamento sia in funzione di contrasto verso unità da guerra maggiori.
La  Marina da guerra giapponese (IJN) difettava inoltre di navi specializzate allo sbarco di truppe o più genericamente per operare nell'ambito di operazioni anfibie .
La preponderante influenza militare nella politica nazionale e l'eccessiva fiducia che si riponeva nella IJN , fece sì che la maggior parte delle risorse di materie prime fossero destinate a favore delle grosse navi da guerra trascurando qualsiasi altro settore, ivi
compreso quello aereonautico che dopo lo strapotere iniziale dei famosi caccia ZERO, finì per non essere più in grado di fornire velivoli più moderni ed in grado di affrontare con qualche chance  la crescente potenza aerea americana.
E dunque il Giappone , fra la miopia dei capi militari,il rigido codice Bushido dei Samurai,
la modernizzazione iniziata in epoca Meiji e mai completata efficacemente e con continuità
in epoca successiva, si trovò a combattere un conflitto troppo più grande di quello già abbondantemente sottostimato in fase di preparazione.
Nel 1930,quando i mercati internazionali tornarono ad un certo ottimismo,i cantieri navali,
in particolare negli ultimi cinque esercizi precedenti il conflitto, produssero 400mila
tonnellate di naviglio bellico all'anno : il settore mercantile ricevette meno della metà dell'acciaio  già destinato al settore militare ,e le prospettive a  medio-breve  termine non lasciavano intravedere un'inversione di tendenza .
Se poi si considera che l'intera economia nazionale venne asservita totalmente alla mai sazia domanda militare , si comprende come non sia stato possibile intraprendere la strada per un progresso tecnologico oltre che produttivo.
Non meno venefica fu la suddivisione dei trasporti via mare che vide quasi il 70% delle unità mercantili,controllate direttamente dall'Esercito e dalla Marina da guerra , senza dimenticare che queste due forze armate vissero una continua rivalità che si manifestava
ad ogni occasione in modo tutt'altro che tacito .
Vale la pena ricordare che queste rivalità,sovente perniciose, sussistevano anche fra le forze armate degli altri paesi coinvolti dalla guerra ; quelle giapponesi erano divise da culture diverse : l'Esercito chiuso del tutto e memore degli antichi fasti medioevali mentre la Marina,basata nei porti principali, era maggiormente a contatto con le culture estere e quindi più aperta.
La pietra tombale sui rapporti Esercito/Marina fu posta dal generale TOJO :
" La Marina è grande ma non così importante"

E non furono da meno alcune conclusioni post belliche da parte di storici :

- "La rivalità fra Esercito e Marina produsse più confusione di quanto non esistesse già al livello dei vertici politici e militari,prima e durante gli eventi bellici . Ciò non solo ridusse l'efficienza militare ma anche quella dell'economia civile e industriale. "

 - "Un Generale ed un Ammiraglio avrebbero perduto la guerra piuttosto che stringersi la mano "  

Mappa delle zone di protezione e competenza della Marina Imperiale.

 

Secondo il Jordan, al 1939, le compagnie di navigazione erano circa  94 , per un totale di circa 461 navi fra vecchie e nuove : riteniamo che sia un dato da rivedere alla luce delle
nuove costruzioni realizzate nel quinquennio precedente il conflitto che portarono il Giappone a raggiungere la ragguardevole cifra di 6 milioni di tsl.

Pag. 1

Pag.2

Pag. 3

Guglielmo Lepre (Etna)

Si rende noto che il presente lavoro è stato Depositato sia su supporto magnetico sia in formato cartaceo, presso uno studio legale di fiducia onde tutelarne la proprietà letteraria ed evitare il ripetersi di meschine ed indebite appropriazioni , come già accaduto in passato.Il materiale è a disposizione di chiunque intenda farne oggetto di studio o consultazione,ma si fa esplicito divieto di utilizzo per meri fini di Lucro o Commerciali e comunque mai senza previa autorizzazione dell'autore.

 

Grupsom - Sommergibili Mediterranei