LA Fine della III° Diviisone Navale - Incrociatori Trieste e Gorizia

Documenti e Immagini Fornite dal C.te Millelire - Forum Grupsom

 

Immagini degli Incrociatori Trieste e Gorizia con colorazione mimetica

 

Le due navi facevano parte della terza divisione navale quando, nel pomeriggio del 10 dicembre 1942 giunsero nell’estuario di La Maddalena, nel Nord della Sardegna.
Il Gorizia venne sistemato nel recinto retale approntato in una insenatura a Sud dell’isola di Caprera, sotto la tutela di ben tre batterie contraeree, ognuma con 4 pezzi da 76/40. Il Trieste venne collocato invece nel recinto preparato nella rada di Mezzoschifo, tra Punta Sardegna e il piccolo centro di Palau, ad Ovest dell’isola di la Maddalena; questa sistemazione godeva della copertura della batteria contraerea di Monte Altura con i suoi 4 pezzi da 102/35. Sommando ai sistemi difensivi fissi terrestri, quelli propriamente in uso ai due incrociatori, sembrava davvero una sistemazione inattaccabile! Purtroppo però la sistemazione dell’apparato RARI che avrebbe dovuto coprire il settore delle Bocche di Bonifacio fu dirottata altrove per decisione del Comando Supremo. Pressochè inesistente anche il sistema d’ascolto aerofonico, che, soffriva del grave handicap del vento, superabile solo con l’approntamento di profonde fosse che però, causa l’eccessivo costo finanziario si preferì evitare! Ironia della sorte: il giorno dell’attacco era calma assoluta di vento , in quelle condizioni anche gli aerofoni avrebbero potuto fare la loro parte. Così come non fu predisposto l’ascolto aerofonico non fu neppure predisposto alcun sistema d’annebbiamento in caso di attacco aereo.
Il 10 aprile 1943, è un pomeriggio calmo di una giornata bellissima, quasi estiva, fa caldo ed il mare è liscio come olio. Durante l’operazione mattutina di carico dei viveri sul Trieste, una grossa forma di parmigiano è caduta in acqua ed un palombaro civile, inviato dal vicino Arsenale sta effettuando un’immersione per il suo recupero. Un lancione si è appena staccato dalla fiancata della nave carico di marinai che si recano in franchigia nella vicina cittadina di la Maddalena, dove è stato organizzato un incontro di calcio tra una rappresentativa dei due incrociatori e la squadra locale, questo particolare salverà la vita a molti. La parte dell’equipaggio rimasto a bordo si gode quei momenti di pace, quasi surreali, nella bellezza dell’incantevole baia che li ospita il pensiero della guerra, forse, in quel momento è davvero lontano dalle loro menti.
Sono circa le 14,45 quando la quiete è rotta dal suono dell’allarme aereo della base navale, passano solo 1/2 minuti e ben 84 quadrimotori da bombardamento, le note “Fortezze volanti”, provenienti dalle basi americane del Nord Africa, compaiono alti nel cielo, a circa 5000/6000 metri di quota. Subito si dividono in tre gruppi, il primo, composto da 24 aerei, si dirige sull’arsenale e la base sommergibili , il secondo, composto da altri 24 bombardieri punta per il Trieste, mentre il terzo, di 36 aerei, raggiunge il Gorizia.

Un documento originale dell'epoca, datato 11.4.43, l'immagine realizzata dall'USAF ( collezione personale) in cui si vedono le bombe appena sganciate dai B17. In basso la sagoma del "Trieste" ancora ignaro del proprio destino:

Altro eccezionale documentod'epoca, foto originale dell'USAF, datata aprile 43 (collezione personale); è visibile la baia di Mezzoschifo con le esplosioni che coprono la sagoma del Trieste e nlla foto successiva il particolare dello scafo che sussulta sotto le potenti esplosioni:

 

La base è devastata da oltre 200 bombe, si sono letteralmente disintegrati nell’esplosione due MAS (il 501 ed il 503)e il VII Grupsom lamenta la distruzione degli alloggi dei sommergibilisti, dell’officina sommergibili, dell’officina siluri; sul sommergibile Mocenigo, 1 morto e 2 feriti gravi, il foramento del doppio fondo, della cassa nafta destra, del doppio fondo, della tubolatura compenso esterna e della tubolatura dell’aria di sfogo. L’Aradam, che ha avuto 2 feriti, viene fatto immediatamente salpare per Bonifacio. Il Sirena è immobilizzato in porto a causa dei molti feriti fra i membri dell’equipaggio, accusa infatti 3 morti e ben 10 feriti gravi. Sul Topazio 1 disperso ed 1 ferito. La Stazione sommergibili (Maristasom) accusa 3 morti, 1 disperso e 2 feriti.

Intanto il gruppo destinato sul Trieste sgancia bombe da 1000 libbre, per ponti corazzati da 5/6 cm. Oltre 120 bombe cadono nell’area dell’incrociatore che viene ripetutamente centrato; una bomba lo colpisce a poppa estrema e perfora il ponte di coperta provocando una grossa falla, almeno 2 bombe cadono sul quadripode e demoliscono la plancia ammiraglia , la plancia Comando, la Stazione D.T. antiaerea a antisilurante; altre bombe perforano il ponte di coperta ed esplodono nel locale caldaie di prora, sul lato sinistro; asportano il fumaiolo prodiero. Numerose altre bombe cadono molto vicine allo scafo ed esplodono sotto la linea di galleggiamento provocando aperture laterali con conseguente allagamento dei locali caldaie. La nave affonda lentamente di poppa rovesciandosi sul lato dritto. Circa due ore dopo l’arrivo degli aerei nemici è già scomparsa sott’acqua.
Il Gorizia è anch’esso ripetutamente colpito: almeno 2 bombe perforano il ponte di coperta e scoppiano subito sotto incurvando la corazzatura e lesionandola; il fasciame e la coperta sono divelti e strappati verso prora, verso poppa ed in alto; i complessi da 100/47 del centro-sinistra sono letteralmente sradicati, il prodiero termina a mare mentre il poppiero rimane appeso alla lamiera del ponte, ripiegata verso poppa. Il ponte stesso della nave viene proiettato in alto immobilizzando il complesso centrale. Un incendio di vestiario, brande ecc. è spento con fatica. La nave rimane aperta quasi totalmente tra le ordinate 65 e 95 sinistra. Una bomba colpisce la torre 3, perfora di netto la corazza da 100 mm. sottostante ed esplode tranciando, dopo lo stiramento di tutti i perni d’attacco, la corazza posteriore che ricade sul ponte della tuga. Le mitragliere sono fuori combattimento e la potenza delle esplosioni è tale che la nave sussulta violentemente provocando addirittura lo spezzamento della catena con caduta della ancore in mare. Numerosissime altre bombe cadono entro un raggio di 50 metri dalla nave e provocano perdite di chiodature e giunti dell’opera viva. Un episodio drammatico si verifica durante l’azione: un marinaio rimane con le gambe schiacciate sotto il peso del ponte corazzato divelto, perfettamente cosciente. Non si riesce al liberarlo dal peso e soffre moltissimo, ufficiali medici sono dispersi e l’unico infermiere presente prende l’unica decisione che può salvare la vita allo sfortunato, l’amputazione delle gambe. L’operazione viene condotta interamente dall’infermiere ma proprio quando è giunta al termine il marinaio muore.
Nonostante i gravissimi danni la nave non affonda, ma è perduta per tutto il resto della guerra.
Durante l’azione, a differenza del Trieste, Il Gorizia è riuscito a sparare molti colpi ma nessuno di essi ha centrato aerei nemici; molto debole invece la reazione delle batterie di terra, impossibilitate a sparare alle quote in cui si trovavano i B 17. L’intero attacco è durato circa 6 minuti!
Al Gorizia, nelle 24 ore successive, viene alla meno peggio, restituita un minimo di galleggiabilità e con la massima sollecitudine viene rimorchiato a La Spezia. 48 ore dopo il primo bombardamento un nuovo raid alleato con l’obiettivo di assestare il colpo finale all’incrociatore, trova così la baia deserta…
Il Trieste rimane capovolto sul fondale fangoso per altri 7 anni, prima che con un’operazione di recupero della ditta Micoperi non viene riportato a galla e rimorchiato fino in Spagna, nazione alla quale è stata venduto lo scafo, perché intende realizzare una portaerei. Progetto fallimentare che porterà, per mancanza di fondi, allo smantellamento dello stesso scafo, qualche anno dopo.
L’incursione aerea ha provocato, sul Gorizia 63 tra morti e dispersi di cui 4 ufficiali e 6 sottufficiali e 97 feriti. Sul Trieste 4 ufficiali morti o dispersi, 6 sottufficiali morti e 6 gravemente feriti , 67 marinai morti o dispersi e 69 gravemente feriti.
Il totale delle perdite è quindi di più di 140 morti ed oltre 170 feriti ma il totale sarebbe potuto essere sicuramente più pesante se in quel bel pomeriggio non si fosse organizzata un incontro amichevole di calcio!
Anche lo sfortunato palombaro che, ignaro di tutto, proprio quel giorno si era immerso per cercare una forma di parmigiano, non venne mai più ritrovato ed insieme a lui la sua “guida” che sul battello attendeva e che avrà improvvisamente visto il cielo azzurro farsi scuro!

Un'altra immagine d'epoca, datata 11.4.43 (sempre mia collezione personale) in cui sono ritratte le due navi Trieste e Gorizia (notare la croce nera sulla seconda unità, forse per intendere il mancato affondamento...)

Due ritagli originali dell'epoca di giornali americani che riportano la notizie del bombardamento:

 

Nei momenti immediatamente successivi al bombardamento, molte imbarcazioni private si precipitarono su luogo in una pietosa opera di soccorso ai feriti e recupero dei corpi che galleggiavano sul mare. Ai cadaveri recuperati veniva legato un cartellino con le generalità del marinaio ed una delle piastrine.
Due di questi cartellini sono stati da me preservati dalla distruzione e conservati con sacro rispetto. Il primo è di un caduto della nav Gorizia (come si può ben leggere) ed il secondo della nave Trieste. Del primo è ancora presente una delle due la piastrine di riconoscimento (la prima veniva lasciata sl corpo)

 

Un elmetto mod. 1933

 

Testimonianza di Mario Maffezzoni, classe 1922, all’epoca ha solo 21 anni

Reperti Incrociatore TRIESTE

 

Grupsom - Sommergibili Mediterranei